Mentre si parla di una nuova tassa sugli immobili, la Tassa Unica Locale, dal 2015 sparisce il tetto del 2,5 per mille per la TASI e in più incombe la riforma del catasto che potrebbe raddoppiare la base imponibile.
Come si legge da più parti, sono già molte le realtà in cui è stato accertato che nel 2014 la somma di TASI + IMU per le seconde case ha gravato sulle tasche dei contribuenti più della sola IMU del 2013, in parte a causa degli aumenti delle aliquote da parte dei Comuni ed in parte a causa della possibilità che i Comuni hanno nel 2014 di sforare dello 0,8 per mille il tetto massimo previsto dalla legge di stabilità.
Forse non tutti sanno però che, se non interverranno nuove norme, dal prossimo anno anche le prime case saranno soggette ad un’imposta che potrebbe essere paragonabile alla vecchia IMU se non addirittura più alta.
Dal 2015 infatti sparisce il limite massimo del 2,5 per mille per l’aliquota della TASI, limite che per il 2014, sommato allo sforamento dello 0,8, portava al 3,3 per mille il tetto massimo applicabile per la sola TASI.
In altre parole, dal 1° gennaio 2015 l’unico vincolo che rimane è che la somma di IMU e TASI non sia superiore all’IMU del 2013 e questo porterà la TASI a pesare potenzialmente come l’IMU.
Tutto questo si desume dai commi 676 e 677 della legge di stabilità 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147) che recitano:
676. L'aliquota di base della TASI è pari all'1 per mille. Il comune, con deliberazione del consiglio comunale, adottata ai sensi dell'articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997, può ridurre l'aliquota fino all'azzeramento.
677. Il comune, con la medesima deliberazione di cui al comma 676, può determinare l'aliquota rispettando in ogni caso il vincolo in base al quale la somma delle aliquote della TASI e dell'IMU per ciascuna tipologia di immobile non sia superiore all'aliquota massima consentita dalla legge statale per l'IMU al 31 dicembre 2013, fissata al 10,6 per mille e ad altre minori aliquote, in relazione alle diverse tipologie di immobile. Per il 2014, l'aliquota massima non può eccedere il 2,5 per mille. Per lo stesso anno 2014, nella determinazione delle aliquote TASI possono essere superati i limiti stabiliti nel primo e nel secondo periodo, per un ammontare complessivamente non superiore allo 0,8 per mille a condizione che siano finanziate…omissis...
Per capire meglio il concetto facciamo un semplice esercizio per tradurre il limite previsto dal comma 677 in una formula algebrica più comprensibile:
- Aliquota IMU 2015 + Aliquota TASI 2015 <= Aliquota Massima IMU 2013
dove il simbolo <= sta ad indicare “minore o uguale a”.
Poiché per la prima casa abbiamo:
- Aliquota IMU 2015 = 0 e
- Aliquota massima IMU 2013 = 6 per mille
sostituendo i valori nell’espressione otteniamo banalmente:
0 + Aliquota TASI 2015 <= 6 per mille
Come si vede quindi, dal 2015 l’aliquota TASI per la prima casa potrà arrivare fino al 6 per mille, esattamente come avveniva per l’aliquota IMU sulla prima casa!!.
Anche se è ragionevole ipotizzare che non tutti i Comuni porteranno la TASI sulla prima casa all’aliquota massima, così come molti Comuni non avevano applicato l’aliquota massima per l’IMU, sta di fatto che l’aumento è potenzialmente possibile.
Ma se consideriamo le detrazioni per la prima casa le cose peggiorano ulteriormente.
Infatti, rispetto alla prima versione dell’IMU introdotta dal governo Monti, per la TASI non è più prevista la detrazione fissa di € 200,00, che adesso è totalmente a discrezione del Comune.
Sono molti i Comuni che già da quest’anno hanno ridotto drasticamente la detrazione prima casa, alcuni in modo proporzionale alla rendita catastale, e questo si traduce in un aggravio dell’imposta finale da versare (con un’aliquota TASI uguale a quella dell’IMU ma senza nessuna detrazione, il proprietario pagherebbe 200 euro in più rispetto a prima).
Se poi, come detto, l’aliquota TASI dovesse aumentare, l’aggravio per il contribuente sarebbe ancora maggiore.
Viene da chiedersi a questo punto quale sia stato per il contribuente il vantaggio di avere tolto l’IMU sulla prima casa se poi, a conti fatti, si pagherà come o più di prima.
Forse è proprio per questo che, stando alle ultime notizie, il governo sta correndo ai ripari ventilando la possibilità di introdurre già nella prossima legge di stabilità una nuova tassazione sugli immobili (per ora si parla di una generica Tassa Unica Locale) che dovrebbe sostituire l’IMU e la TASI, con detrazioni fisse sull'immobile e detrazioni variabili in base al numero di figli a carico, in pratica come per l'IMU "prima versione".
Tassa unica o no, il forte timore è che, la prima casa, possa riprendere a pieno titolo la sua funzione di “bancomat” per le casse dello Stato soprattutto se dovesse concretizzarsi la tanto sbandierata “riforma del catasto” che prevede aumenti consistenti (si parla anche del 100%) delle rendite catastali che, come noto, costituiscono la base per il calcolo dell’imponibile su cui applicare le aliquote IMU e TASI (e un domani della nuova Tassa Unica Locale).
L’aumento della base imponibile avrebbe inoltre un effetto fortemente negativo anche sulla tassazione nelle compravendite immobiliari, in un mercato asfittico che non vede segni di ripresa da diversi anni.