Legge di stabilità: niente “local tax” per il 2015

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Il tramonto della “local tax

Tra gli innumerevoli emendamenti alla legge di stabilità 2015 non vi è traccia della proposta di unificazione di TASI e IMU nella cosiddetta "local tax" (o tassa unica locale).

Sembra anzi confermato che l’annunciata unificazione delle due principali imposte che gravano sugli immobili sia destinata a slittare al 2016 per una serie di questioni non risolte tra cui ricordiamo la quota erariale pagata da capannoni, alberghi e centri commerciali (che sarebbe dovuta confluire nelle casse dei comuni) e l'addizionale IRPEF sulla casa che doveva essere inglobata nella local tax, lasciando quindi scoperta un'importante entrata per lo Stato.

La nuova tassa, che di fatto assomiglia all’IMU vecchia maniera, avrebbe dovuto prevedere un'unica aliquota, tra il 2 ed il 2,5 per mille, con una detrazione fissa per tutti di circa 90 o 100 euro, ma naturalmente, sulle caratteristiche della nuova imposta, possiamo formulare soltanto delle semplici ipotesi dal momento che il provvedimento non ha mai visto la luce e, a quanto pare, non lo farà neppure nel 2015.

 

Le conseguenze

Come avevamo anticipato circa due mesi fa in questo articolo, in assenza di nuove disposizioni di legge, il 2015 potrebbe portare un sensibile rincaro della tassazione sugli immobili con particolare riguardo alla  TASI sulla prima casa la cui aliquota, conti alla mano, potrebbe raggiungere la soglia del 6 per mille.

Se a questo aggiungiamo il fatto che le detrazioni TASI non sono più fissate per legge, come avveniva per l’IMU, ma sono stabilite a totale discrezione dei Comuni, il rincaro complessivo potrebbe superare addirittura al 100%.

Il timore di un stretta fiscale sulla casa è forte, tanto più che a causa delle pesanti riduzioni dei trasferimenti statali agli enti locali, previste nella legge di stabilità 2015, i Comuni potrebbero farsi tentare dalla possibilità di fare cassa aumentando le aliquote TASI anche sulla prima casa, cosa che non favorisce certo la ripresa dei consumi.

Inoltre, una volta che nel 2015 il sistema si sarà assestato su determinati livelli di prelievo fiscale, sarà difficile per i comuni e per l’esecutivo tornare sui propri passi perché ogni nuova imposta che dovesse ridurre drasticamente il prelievo fiscale comporterebbe un inevitabile aumento dei trasferimenti statali, quando invece sta accadendo esattamente il contrario.

Questo ulteriore aggravio si inserisce in un quadro tutt’altro che roseo per quanto riguarda il prelievo fiscale perché, nonostante la tanto sbandierata riduzione delle tasse, la CGIA ha rilevato che tra il 1995 e il 2013 le tasse sono cresciute il doppio dei redditi. Secondo questa indagine, il prelievo fiscale medio sulle famiglie è aumentato di circa il 40% mentre i redditi nominali solo del 19%, complice anche il blocco degli stipendi degli statali, prorogato anche per i prossimi anni.

E come se non bastasse, un recente studio sempre della CGIA, ha previsto per i prossimi anni un aumento della pressione fiscale dal 43,3% attuale, rilevato dalla Banca d’Italia, al 43,6%, dovuto in parte anche al possibile aumento dell’IVA previsto proprio dalla legge di stabilità.

 

Gli emendamenti sulla TASI

Una speranza che potrebbe scongiurare per il 2015 un forte inasprimento della TASI si trova in alcuni emendamenti alla legge di stabilità attualmente in discussione al Senato.

Le modifiche all’esame delle commissioni estendono anche per il 2015 i limiti massimi delle aliquote TASI sull'abitazione principale già previsti per il 2014, vale a dire: 2,5 per mille con un ulteriore aumento dello 0,8 per mille (quindi fino al 3,3 per mille) se il Comune delibera le detrazioni prevedendo entrate extra in bilancio.

Ma bisogna rilevare tuttavia che, anche in questo caso, il prelievo fiscale sulla casa potrebbe sempre aumentare per il semplice fatto che, come detto, i Comuni hanno totale discrezione nel determinare le detrazioni sulla prima casa e molti di loro potrebbero anche decidere di ridurle o abolirle del tutto.

Per il momento è presto per avere certezze e sarà necessario attendere l’approvazione definitiva della legge di stabilità.

Pubblicato da: Redazione

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